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In Google AdWords, un tempo, quando si parlava di “parole chiave a corrispondenza esatta“, il termine “esatto” era da intendersi alla lettera. Qualche giorno fa, invece, Google ha annunciato un enorme cambiamento che investirà proprio questo tipo di keywords e il loro match con le query.
Le varianti simili sono la chiave del successo delle tue campagne!
Le varianti simili (errori di ortografia, plurali, acronimi, varianti derivate dalla stessa radice, abbreviazioni, accenti) ti aiutano a raggiungere i clienti potenziali alla ricerca dei tuoi beni e/o servizi. Introdotte da Google nel 2012, consentono a ciascun utente AdWords, con una sola lista di parole chiave, di catturare tutte le varianti simili alle keywords scelte per il suo elenco.
Con la novità in arrivo, nel concetto di variante simile saranno inclusi il diverso ordine delle parole e l’utilizzo di verbi ausiliari, articoli, preposizioni, congiunzioni, ecc.
Vediamo nel dettaglio questo cambiamento.
Articoli, congiunzioni, preposizioni: le function words.
Articoli, congiunzioni, preposizioni, pronomi, quantificatori, verbi modali e verbi ausiliari spesso e volentieri non impattano sull’intento della ricerca da parte dell’utente. Per questo motivo, con questo cambiamento in arrivo, Google ha deciso che, nell’ambito delle corrispondenze esatte, queste parole potranno essere ignorate, a patto che non si modifichi, omettendole, il significato di base della query degli utenti.
Qualche esempio per capire meglio:
- la parola chiave [cerco casa roma] sarà attivata anche per la query “cerco casa a roma”;
- la parola chiave [palestra a roma] sarà attivata anche per la query “palestra roma”;
- la parola chiave [previsioni meteo di sabato] sarà attivata anche per la query “previsioni meteo per sabato”.
L’ordine delle parole
Nel nuovo sistema riguardante le corrispondenze esatte, tutte le volte che una query di ricerca mantiene lo stesso intento, anche invertendo l’ordine delle parole che la costituiscono, staremo parlando sempre e comunque di corrispondenza esatta.
Ad esempio: la parola chiave [online shopping] sarà attivata anche per la query “shopping online”.
Qual è il risultato di questo cambiamento?
La filosofia alla base di questa implementazione può essere riassunta in una semplice domanda: perché un inserzionista dovrebbe perdere tempo a pensare a tutte le possibili varianti e composizioni di parole chiave quando un algoritmo, messo a punto da Google stesso, riesce a farlo in maniera automatica?
Questa modifica rappresenta un altro passo avanti nella direzione di spostarsi sempre di più dal concetto di “parola chiave” a quello di “intento” o di “topic” ovvero, paradossalmente, di applicare con più insistenza la logica della Rete Display anche alla Rete di Ricerca.